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al testo proposto da Giovanni Gentile
Stazioni
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STAZIONI Le piccole stazioni raccontano piccole storie. Donato chiude lento il suo bar, zoppicando sui suoi anni. Intanto le chiavi di casa gli suonano in una tasca di un pantalone consumato. La porta non la apre più il sorriso del suo amore. Lei è andata via per un fiore scarlatto che le era sbocciato nel petto. Le loro due figlie lo chiamano raramente e la cucina non profuma più d'amore d'altri tempi. Lidia, la ragazza dalle braccia colorate, scende ad occhi grandi dall'odore di un treno e dal suo lavoro. Il suo uomo l'ha lasciata per un amore di polvere bianca. Non tornerà mai più. Ma le ha lasciato un piccolo dono con i capelli biondi che la chiama mamma. Hans dicono sia tedesco, ma nessuno lo sa. Lui vive qui da un po', nell'angolo, con la sua barba e un cane. Saluta tutti ma nessuno lo guarda. Mani che camminano assenti accarezzano il cane e fanno tintinnare due monete in un barattolo stanco. E poi ci sei tu, che aspetti scompigliata il tuo amore, con gli occhi lucidi e le guance rosse. Il suo treno è quello delle 21,14. Sul binario 2 il tuo cuore, felice, danza
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